Lista Civica La Piazza

voto LaPiazzaTerza e ultima "puntata" del programma per le amministrative 2016 di Torino. I contenuti di oggi:

POLITICHE CULTURALI E SPORTIVE

SCUOLA UNIVERSITA' E RICERCA

Ringraziamo tutti i cittadini e gli esperti che hanno contribuito alla stesura del programma durante i Tavoli tematici e i Giovedì de La Piazza. L'appuntamento è per il "dopo" elezioni, indipendentemente dal risultato elettorale, per continuare a costruire insieme una Torino migliore.

 

 

 

 

Politiche culturali e sportive

La piazza considera le iniziative per la cultura e per lo sport un'opportunità di crescita per l’individuo e di sviluppo di comunità fondate sui valori di solidarietà, partecipazione attiva, senso di cittadinanza.

La piazza intende valorizzare il ricco patrimonio associativo presente nella Circoscrizione promuovendo il senso di appartenenza al territorio e la conoscenza della storia dei luoghi.

La piazzaintende valorizzare le eccellenze esistenti, sia come fonti di sviluppo economico, sia come elementi capaci di sviluppare identità e senso di appartenenza alla città.

La piazzaintende promuovere iniziative culturali e sociali, valorizzando il contributo e la ricchezza dell’azione delle realtà sul territorio. In quest’ottica è necessario che gli spazi dedicate alle attività aggregative, sociali e culturali siano adeguati e distribuiti in modo omogeneo sul territorio, creando delle reti di associazioni. Ciò implica intervenire nella ristrutturazione degli spazi pubblici, promuovendo forme di compartecipazione delle associazioni.

Le Circoscrizioni devono essere attori attivi nella promozione dello sport come percorso educativo supportando le società sportive che perseguono fini educativi sul territorio, creando maggiori occasioni di collaborazione e compartecipazione alle iniziative. Lo sport non può crescere senza impianti adeguati. Occorre migliorare gli spazi per lo sport organizzato e per quello libero, intervenendo nella manutenzione delle strutture sportive del quartiere, promuovendo una gestione partecipata in collaborazione con le associazioni sportive del territorio in modo da raggiungere l’obiettivo di dotare ogni Circoscrizioni dei “Palasport di quartiere” ove si possa praticare lo sport, anche agonistico, in condizioni di sicurezza e in presenza di pubblico.

Offerta culturale

Occorre valorizzare le eccellenze esistenti, sia come fonti di sviluppo economico, sia come elementi capaci di sviluppare identità e senso di appartenenza alla città. A Torino gli attori in ambito culturale sono sempre gli stessi. La cultura deve essere alla portata di tutti e devono essere garantite pari opportunità ai promotori, organizzatori, associazioni ed enti culturali per garantire la differenziazione dell’offerta e ridurre i clientelismi.

Proposte:

  • Aumentare, migliorare, diversificare, e coordinare l’offerta culturale, privilegiando i percorsi culturali e le attività continuative rispetto agli eventi commerciali.

  • Gli eventi e le manifestazioni culturali nelle piazze del centro possono attirare e aggregare cittadini e turisti, però non ci deve essere un calendario troppo fitto e la qualità dell’evento deve essere assicurata. Deve essere un’occasione di prestigio e non un ennesimo mercatino a cielo aperto. Ci deve essere un tema preciso, la presenza di attività (magari con l’aiuto di associazioni) per bambini e adulti, prodotti legati alla manifestazione.

Creare maggiore legame tra la popolazione e il territorio

La popolazione è costituita da una percentuale rilevante di cittadini provenienti da altre regioni Italiane o dall’estero. Il senso di appartenenza al territorio e la conoscenza della storia dei luoghi non sono considerati un valore aggregativo.

Proposte:

  • Promuovere l’identità del territorio, la storia e la cultura locale valorizzando le esperienze significative e la collaborazione con il mondo della scuola.

  • Incentivare le attività aggregative per fasce di età e fra cittadini di generazioni differenti, in modo da alimentare un senso identitario basato sulla condivisione di esperienze in atto.

  • Selezionare le società sportive più rappresentative per i diversi sport secondo parametri meritocratici di tipo qualitativi e quantitativi. A queste associazioni riconoscere lo status di “Società sportiva di quartiere”, una sorta di certificazione di qualità dell’attività sul territorio e di affidabilità. Lo status consente la priorità di assegnazione degli spazi palestra nel territorio di appartenenza e la possibilità di entrare in partnership nella gestione/ristrutturazione degli impianti sportivi. Le società sportive segnaleranno sulle maglie da gioco una scritta che richiami il territorio di appartenenza (ad es. “Circoscrizione 2”, “Santa Rita-Mirafiori Nord”….).

Valorizzare il rapporto tra le associazioni del territorio e la scuola

Il tessuto associativo della città è particolarmente ricco e variegato e spesso ha offerto opportunità formative agli allievi della scuole. La Scuola vive notoriamente un periodo di scarsità di risorse economiche e di riduzione  di personale, ma mantiene un insostituibile ruolo come trasmettitore e moltiplicatore culturale e luogo di spontaneo incontro e aggregazione di diverse fasce di popolazione (bambini, adolescenti, genitori, docenti, nonni).

Proposte:

  • Valorizzare e sostenere il rapporto tra le associazioni territoriali, le Circoscrizioni e la Scuola, per recuperare tramite collaborazioni associazioni-scuole momenti di progettazione comune e iniziative di complemento alla didattica.

  • Rendere la scuola centro vitale di incontro e promozione culturale, aprendone periodicamente i locali per letture pubbliche, dibattiti, spettacoli teatrali, corsi di lingue o alfabetizzazione informatica.

Promuovere lo sport come percorso educativo

L’attività sportiva è, per l’uomo in generale ma soprattutto per i ragazzi in fase di crescita, un elemento basilare per lo sviluppo armonico della persona: come il bambino ha bisogno di giocare, di muoversi spensierato, interagendo con gli altri ed esplorando lo spazio, così il giovane necessita di un’attività fisica che non solo rafforzi le ossa e tonifichi i muscoli, ma che diventi occasione di interazione e cooperazione con altri giovani, in un percorso di autodefinizione della persona, delle sue capacità e dei suoi limiti.    Le ore di Educazione Fisica a scuola da una parte, la disponibilità di campi, cortili e oratori sul quartiere dall’altra, sono, a tal proposito, indispensabili per consentire a tutti i giovani, anche a chi non ha altri spazi e/o tempi per farlo, di praticare “un po’ di moto”.   

Già la conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura riunita a Parigi il 21 novembre 1978, proclamando la “Carta Internazionale per l’educazione fisica e lo sport”, aveva riconosciuto in campo internazionale i meriti formativi dell’animazione sportiva, sottolineando i ruoli delle istituzioni e delle associazioni. Il 2004 è stato indicato come Anno Europeo dell’Educazione attraverso lo sport.

Proposte:

  • Valorizzare l’operato delle associazioni sportive che promuovono uno sport sano, educativo e solidale dando effettiva priorità nell’assegnazione degli spazi palestra alle associazioni aderenti, promuovendo forme di riduzione dei costi di affitto palestre, istituendo rapporti preferenziali con le scuole.   

  • Promuovere il volontariato nel servizio educativo, sportivo e culturale, (riconoscendone la validità nella crescita della persona e l'utilità come risposta ai bisogni emergenti del territorio) attraverso una particolare attenzione alla professionalità e alla modalità educativa dell’animazione.

  • Promuovere tramite incontri, dibattiti e pubblicazioni una cultura dello sport che denunci una pratica sportiva sterile – quella dei grandi nomi e del “vincere a tutti i costi” –diffondendo sul territorio un modello alternativo, che coincida con l’adesione a uno stile di vita che preveda la cooperazione al di là della competizione.

Impianti sportivi e palestre scolastiche

La città di Torino ha enorme carenza di spazi sportivi indoor che possano ospitare partite di pallacanestro, pallamano, pallavolo davanti ad un pubblico di piccole-medie dimensioni (<500 persone). Esistono tuttavia un buon numero di palestre scolastiche che, per un motivo o per un altro (mancanza attrezzature, sicurezza, agibilità, dimensioni, fondi, ...), non sono idonee. Questo comporta il fatto che le associazioni sportive che fanno campionati federali, in molti casi debbano migrare negli impianti della cintura. Le entrate derivanti dall'affitto degli spazi palestra vengono usate per iniziative varie, quasi mai collegate ad attività di promozione sportiva e di manutenzione/ampliamento degli spazi. Anche le attrezzature per lo sport libero sono degradate e spesso vandalizzate. La carenza di spazi si ripercuote sulla qualità dell’attività svolta. Capitolo a parte sono invece i campi di calcio e le bocciofile, spesso in concessione pluriennale a società sportive, attorno ai quali si esercita in molti casi una commistione malata tra società sportive e politica che necessità di un drastico cambiamento verso la maggiore moralizzazione dei rapporti e abbattendo l’attuale clientelismo.

Proposte:

  • Rivedere le modalità di assegnazione delle palestre, in modo tale da semplificare la procedura di concessione, consentire una più efficace pianificazione da parte delle associazioni e un uso più appropriato delle strutture.

  • Rivedere le modalità di concessione di campi di calcio e bocciofile in modo da rendere più trasparente la gestione, il rapporto con le istituzioni e un uso delle strutture più appropriato e aperto al territorio.

  • Valorizzare il ruolo delle Circoscrizioni per il coordinamento e il radicamento delle iniziative sul territorio, studiando forme condivise per sostenere e facilitarne l’azione delle associazioni meritevoli, creando maggiori occasioni di collaborazione e compartecipazione alle iniziative.

  • Lo sport non può crescere senza impianti adeguati. Occorre migliorare gli spazi per lo sport organizzato e per quello libero, intervenendo nella manutenzione delle strutture sportive della città, anche promuovendo una gestione partecipata in collaborazione con le associazioni sportive del territorio in modo da raggiungere l’obiettivo di dotare ogni Circoscrizioni di Palasport di quartiere ove si possa praticare lo sport, anche agonistico, in condizioni di sicurezza e in presenza di pubblico.

  • Destinare parte del ricavato dall'affitto delle palestre per la messa a norma degli impianti sportivi scolastici. A questo fine è necessario valutare le effettive esigenze insieme alle Scuole, alle associazioni sportive e agli uffici tecnici comunali, in modotale da definire un piano di intervento condiviso (quali impianti e cosa fare) e un relativo piano di investimento che preveda una scaletta di priorità legate alle effettive esigenze. Partendo dagli interventi più semplici e meno onerosi (ma secondo un piano ben definito), è possibile in qualche anno recuperare all'uso sportivo impianti oggi non idonei. Questo perché paradossalmente le strutture ci sono ma mancano permessi, piccoli interventi, attenzioni e i pochi soldi disponibili vengono spesi per altro.

  • Ricercare collaborazioni con le società sportive di quartiere al fine di studiare possibilità di co-gestione degli impianti sportivi e di co-finanziamento delle spese per la ristrutturazione degli impianti, consentendo alle stesse associazioni sportive di poter accedere alle forme di finanziamento previste dalla Regione Piemonte e dal CONI, dalle quali oggi sono escluse in quanto non proprietarie (o gestori) degli impianti.

Migliorare gli spazi per attività aggregative e sociali creando le “reti delle associazioni”

La città dispone di diverse sale e spazi per le attività organizzate ma le informazioni relative a quali spazi possono essere utilizzati dai cittadini sono limitate alle sale più grandi e note. Inoltre molti locali utilizzati sono fatiscenti, richiedono interventi edilizi e di sicurezza, in alcuni manca il riscaldamento.

Proposte:

  • Effettuare un censimento degli spazi disponibili, in modo da poter fornire una adeguata informazione sulle possibilità esistenti, verificandone il corretto uso.

  • Rivedere le modalità e i tempi di assegnazione annuale degli spazi in modo consentire una pianificazione delle attività più corrispondente alle esigenze delle associazioni.

  • Trovare le risorse per intervenire nella ristrutturazione dei locali fatiscenti e non a norma. Eventualmente studiare e promuovere forme di coinvolgimento delle associazioni stesse nella manutenzione e gestione degli spazi.


 

 

 

Scuola, Università e ricerca

La piazza  ritiene la scuola, fin dai nidi e dalla scuola d’infanzia, il più potente strumento di crescita civile, sociale ed economica di un paese.

La piazza  crede che le politiche locali, oltre che quelle nazionali, non possano continuare a pensare alla scuola solo come un costo da tagliare, perché questo ha portato ad un deterioramento insostenibile del sistema educativo.

La piazza  intende promuovere ed ampliare la fruizione del diritto alla scuola, intesa come istituzione educativa aperta e laica, accessibile a tutti, laboratorio di convivenza civile e di riflessione pedagogica.

Scuola

Torino è stata città all’avanguardia per la qualità di asili nidi e scuole d’infanzia, che potevano contare su insegnanti altamente qualificati, su un sistema di formazione degli educatori e sulla presenza di equipe psicopedagogiche. Negli ultimi decenni però questa ricerca costante di miglioramento e ricerca didattico educativa si è fermata e si è imboccata la via dello smantellamento e della esternalizzazione.    

La piazza  ritiene che i servizi educativi non possano essere ulteriormente tagliati e che, anzi, occorra tornare a progettare ed investire. Dare soldi alla scuola piuttosto che a grandi opere o ad eventi culturali- vetrina è una scelta politica.

Proposte:

  • Fermare il processo di esternalizzazione dei nidi comunali e verificarne l’opportunità. Ad oggi le scuole materne e i nidi comunali soffrono del blocco delle assunzioni che ha impedito il naturale avvicendarsi, nelle funzioni di cura e di insegnamento di insegnanti di generazioni diverse, con il passaggio di saperi ed esperienza. Torino, che è stata una delle prime città a far entrare i nidi nel sistema educativo, riconoscendone l’importanza e definendone gli standard organizzativi, professionali, didattico metodologici, deve tornare a valutare l'importanza del sistema educativo, rendendolo davvero accessibile a tutti i cittadini e agendo perché i lavoratori del settore siano supportati e formati. Una concessione del servizio a privati deve garantire lo stesso livello di qualità e anche una tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, che non possono patire la precarizzazione indotta da bandi al massimo ribasso. I nidi convenzionati e le scuole materne paritarie convenzionate devono garantire lo stesso livello di inclusione dei bambini disabili e con bisogni educativi speciali. Ad oggi i dati ci dicono che questo obiettivo è ancora lontano.

  • La società cambia, la scuola cambia: che ci piaccia o no, siamo di fronte a mutamenti radicali nei tempi di lavoro (orari che comprendono la notte e i festivi ) , nell’organizzazione familiare (famiglie allargate, monoparentali..), nel la cultura pedagogica (individualizzazione, inclusione, multiculturalità). La programmazione degli orari, la gestione dei pasti, la programmazione didattica deve tenerne conto della più ampia possibilità di diversificazione. Quest’anno a Milano è stato aperta una struttura privata che accoglie bimbi da 1 a 6 anni in orario serale e notturno, venendo incontro a  quei genitori i cui orari si estendono in questa fascia. E’ un orizzonte che il Comune deve progettare e rendere possibile a costi accessibili.

  • Scuole  d’infanzia comunali, statali, convenzionate, non convenzionate.  A Torino ci sono 51 scuole comunali, 55 statali, 55 convenzionate ( tutte confessionali) e 20 non convenzionate. Da questi dati emerge una richiesta costante di servizio che il Comune non pensa di incrementare (anzi, intende cedere le scuole comunali allo Stato). Quanto costa mantenere le convenzioni? Le famiglie che scelgono le scuole convenzionate farebbero la stessa scelta se potessero avvalersi di una scuola comunale?

  • Educazioni, ricerca pedagogica, sostegno alla genitorialità. Il tempo dell’educazione è anche fuori dalla scuola.  Anche in questo campo il Comune di Torino ha fatto scelte che vanno consolidate, come l’esperienza di ITER (Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile), che purtroppo attraversa oggi un momento di crisi nei finanziamenti. Eppure negli anni (è nato nel 2004) ha costruito una preziosa rete di associazioni, scuole, biblioteche, ludoteche, musei  che offrono esperienze significative a bambini, ragazzi e genitori, e questa esperienza va sostenuta e continuata. Le Circoscrizioni devono inoltre considerare patrimonio prezioso le ludoteche territoriali, che vanno curate e la cui attività di incontro e formazione va promossa e accompagnata.

  • Studiare è un diritto, non un lusso. Eppure i dati sull’abbandono della frequenza universitaria confermano che il costo degli studi universitari è diventato insostenibile per molte famiglie. Il Comune può. Attraverso le sue politiche, contribuire significativamente a diminuire il costo dell’istruzione, ad esempio pensando a:

    • organizzare un sistema efficiente ed integrato di mobilità treno/bus/metro/bici a costi ridotti per studenti medi superiori ed universitari;

    • ampliare il sistema  di affitti agevolati e detraibili per studenti  o predisporre incentivi a famiglie che “adottino” uno studente fuori sede con costi ridotti e partecipati dal Comune;

    • promuovere accordi con le associazioni di commercianti ed esercenti perché gli studenti possano usufruire di buoni pasto di qualità e a prezzo popolare in diverse zone della città.

    • ampliamento degli orari di accesso a sale studio e biblioteche.

  • Scuole funzionali e sicure. Il patrimonio edilizio scolastico è in sofferenza  per l’assenza di una regolare manutenzione e di una revisione dell’efficienza degli spazi rispetto ai mutati bisogni della popolazione scolastica e delle norme sulla sicurezza. Occorre una pianificazione seria per affrontare un problema grave e ben noto.

Torino città universitaria

Perchè Torino sia effettivamente una città universitaria serve innanzitutto sopperire al fabbisogno di posti letto e garantire la residenzialità ai più di mille studenti che ne avrebbero diritto. Le iniziative del Comune sembrano più orientate a innescare un processo di speculazione a tutto vantaggio dei privati; infatti gli interventi immobili individuati per la costruzione di residenze universitarie non sono situati negli ambiti territoriali in cui c’è maggiore fabbisogno, ma nelle zone al centro della speculazione edilizia che sta avvenendo attorno alle trasformazioni della Torino Città Universitaria.

Proposte:

  • Il diritto allo studio e all’abitare di tutti gli studenti deve essere interesse non solo degli enti regionali ma di tutte le istituzioni locali.

  • Garantire a tutti gli aventi diritto un posto letto, rimanendo all’interno dell’ambito della gestione pubblica, attraverso una collaborazione tra Ente per il diritto allo studio, Atenei e Comune. Esistono fabbricati e spazi in città che possono essere trasformate in tutto o in parte in residenze studentesche (esempio l’area ex-Ghia, la Cavallerizza Reale, area Combi,…) risolvendo una criticità ed evitando la speculazione.

  • Ripensare il trasporto pubblico, gli orari della città, gli spazi e le occasioni di incontro per andare incontro alle esigenze dei giovani universitari.




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