Lista Civica La Piazza

voto LaPiazzaLa seconda "puntata" del Programma. Oggi presentiamo il lavoro fatto con i cittadini sui seguenti argomenti:

POLITICHE DELLA MOBILITA' E DELL'AMBIENTE

FAMIGLIA, ASSISTENZA SOCIALE, IMMIGRAZIONE

Nella terza e ultima "puntata" parleremo di Politiche culturali e sportive, Scuola Università e Ricerca.

 

 

 

 

Politiche della mobilità e dell’ambiente

La piazza intende promuovere una mobilità sostenibile, privilegiando l’uso del mezzo pubblico rispetto a quello dell’automobile e favorendo forme di mobilità alternative. La piazza vuole aumentare il verde pubblico, privilegiando la creazione di nuovi giardini o spazi verdi rispetto a nuova edilizia residenziale.

Da un punto di vista urbanistico, la rete dei trasporti deve servire a unire le funzioni principali della città (lavoro, ricreazione, residenza e servizi sociali). Deve pertanto misurarsi direttamente col problema di mettere insieme interessi diversi e gestire i conflitti derivanti, compreso quello fondamentale del conflitto tra proprietari delle aree e bene comune dei cittadini.

Non si può non constatare che a Torino (basti considerare la qualità dell’aria) l’interesse della maggioranza non è assicurato, così come l’obiettivo di favorire nuove vocazioni della città. Ad esempio: come si può parlare di città universitaria senza facilitare la mobilità degli studenti?

Per una Torino non più schiava dell’automobile

Torino è da sempre considerata la capitale italiana dell’auto; se da un lato l’ingombrante presenza della FIAT ha contribuito in modo significativo allo sviluppo economico della nostra città, soprattutto nella parte centrale del secolo scorso, altrettanto indubbiamente ne ha seriamente condizionato le politiche della mobilità e dei trasporti, lasciandoci una eredità ed una situazione tra le più critiche del paese: la più alta densità di veicoli privati in relazione alla popolazione, livelli di inquinamento tra i più elevati a livello europeo, forte ritardo nello sviluppo della rete metropolitana (attualmente un’unica linea aperta solo 10 anni fa) e dei collegamenti con la prima e seconda cintura, oltre 300000 veicoli che giornalmente entrano in città, poche corsie riservate al transito dei mezzi pubblici, con conseguente bassa velocità commerciale, scarsa competitività del trasporto pubblico, percepito come costoso e poco efficiente, rete di piste ciclabili discretamente sviluppata in termini chilometrici ma troppo condizionata dall’esigenza di non intralciare il traffico automobilistico e spesso in condizioni di degrado.

Il sistema di Trasporto Pubblico, urbano, suburbano ed extraurbano, di una città delle dimensioni di Torino ha il suo fulcro, che può essere il suo punto di forza o di debolezza a seconda di come viene progettato, nel Passante ferroviario, nelle metropolitane e nella loro reciproca relazione.

Proposte:

  • Rivedere le priorità della mobilità portando al primo posto il trasporto pubblico, poi quello privato nelle forme più sostenibili (pedonale, ciclistico, car sharing, car pooling) e solo in ultima posizione, quello automobilistico.

  • Promuovere l’utilizzo del trasporto pubblico anche attraverso più efficaci forme di incentivazione economica sia verso categorie svantaggiate sia verso utilizzi mirati dello stesso.

  • Significativa riduzione del traffico privato, con conseguente riduzione dei livelli di inquinamento e miglioramento della complessivo della circolazione nel centro città.

  • Rimodulazione degli spazi di percorrenza riservati al trasporto pubblico rispetto al traffico privato, aumentando le corsie riservate e protette e garantendo quindi una più elevata velocità commerciale del trasporto pubblico.

  • Lotta alla sosta delle auto in seconda fila. Quello della sosta selvaggia è un vizio molto diffuso che si esplicita in vari modi ed è spesso collegato ad un uso improprio del mezzo privato. Oltre a pensare a forme integrative di sanzionamento (per esempio una giornata passata ad accompagnare un disabile), è necessario orientare gli sforzi sull’educazione, prima di tutto dei giovani, per esempio rilanciando il “Piedibus”, e su un ripensamento globale delle politiche della mobilità.

  • Incentivi alla pratica del car pooling soprattutto negli spostamenti da e verso il centro storico, anche attraverso la leva economica e la creazione di corsie riservate.

  • Favorire il traffico ciclistico migliorando i tracciati e la manutenzione della piste ciclabili, rimodulando la ripartizione dello spazio riservato ad esse rispetto al traffico automobilistico privato, soprattutto nel centro cittadino.

  • Revisione complessiva degli attuali progetti riguardanti i tracciati del Passante Ferroviario e delle linee M1 ed M2 della metropolitana, puntando ad un più efficace servizio del centro storico e dei collegamenti tra l’uno e le altre.

  • Revisione del progetto della Ferrovia Torino Caselle e sua trasformazione in linea metropolitana M3.

  • Sviluppo dell’inter-modalità sostenendo gli interventi per l’interconnessione con le stazioni della metropolitana e del passante ferroviario (Collegno, Zappata, San Paolo).

Mobilità ciclabile e pedonale

Lungo alcune strade, dove il traffico è molto intenso e veloce, esistono degli attraversamenti pedonali e ciclabili particolarmente pericolosi, in quanto non sono posti in corrispondenza di incroci regolati da semafori che blocchino le automobili.

La segnaletica orizzontale (striscia rossa sull'asfalto) e quella verticale (semaforo lampeggiante) non vengono quasi mai rispettate dagli automobilisti, che il più delle volte non rallentano neppure.

La rete ciclabile è abbastanza ampia, ma il bici plan è lungi dall’essere completato. Su alcune piste esistenti, ricavate nello spazio compreso tra il viale centrale ed i controviali, non è previsto l'attraversamento ciclabile in linea con la direzione di marcia. Manca ancora una diffusione sufficientemente capillare di parcheggi per biciclette.

E’ necessario dare ribaltare la situazione e dare priorità al trasporto pubblico, ciclabile e pedonale rispetto a quello automobilistico.

Proposte:

  • Messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali dove si sono verificati più spesso incidenti a danno di pedoni o biciclette.

  • Ove consentito dal Codice della Strada, creare strisce pedonali rialzate in corrispondenza degli ingressi delle scuole che ne sono sprovviste e posizionare dei rallentatori di traffico nelle immediate vicinanze o altre forme di dissuasione della velocità, allargare i marciapiedi in corrispondenza degli attraversamenti.

  • Ampliare la rete ciclabile, costruendo piste ciclabili lungo alcune grandi arterie ancora sprovviste.

  • Modificare gli attraversamenti che prevedono numerosi cambi di direzione. Per non compromettere la sicurezza del ciclista e rendere l'attraversamento in linea retta sicuro, dotare gli incroci di semafori dedicati a chiamata.

  • Incrementare i parcheggi per biciclette lungo le piste ciclabili ed in prossimità di luoghi molto frequentati, quali scuole, uffici pubblici, mercati, zone ad alta concentrazione di negozi, centri sportivi, luoghi di aggregazione.

Razionalizzazione della circolazione attorno alle scuole

Ogni giorno l'ora di entrata e di uscita dei bambini da scuola corrisponde ad una impennata del traffico. Intorno alle scuole la circolazione è resa difficoltosa dalla concentrazione di veicoli, abbandonati in doppia fila, sui passi carrai, ecc. Tutte queste auto che si muovono in modo disordinato costituiscono anche un pericolo per i bambini, soprattutto in fase di attraversamento della strada.

Proposte:

  • Sostenere i progetti piedibus nelle scuole della città. Il piedibus in sostanza è una carovana di bambini che, accompagnati da adulti, si recano a scuola a piedi. I bambini, muniti di pettorina altamente visibile, aspettano il piedibus alla fermata e poi si aggregano via via al gruppo che si forma lungo il percorso per arrivare tutti insieme a destinazione. Iniziative sperimentali hanno avuto un ottimo riscontro presso genitori ed alunni.

  • Ove consentito dal Codice della Strada, creare strisce pedonali rialzate in corrispondenza degli ingressi delle scuole che ne sono sprovviste e posizionare dei rallentatori di traffico nelle immediate vicinanze.

  • Sensibilizzare i bambini all’uso della bicicletta,  agevolando  i parcheggi all’esterno e all’interno  dei cortili delle strutture scolastiche.

Aree verdi e aree pedonali

Il territorio cittadino è occupato in gran parte da palazzi, anche di notevoli dimensioni, mancano  zone verdi  alberate  (fatta eccezione per la piazza d'Armi ed il parco Rignon). Troppo spesso accade che anche le poche aree verdi o dismesse che sono sfuggite allo sfruttamento edilizio vengano prese di mira per essere edificate.

Proposte:

  • Impedire che gli spazi verdi esistenti vengano sfruttati per la realizzazione di edifici di tipo residenziale;

  • Recuperare le aree dismesse e destinarle a verde pubblico.

  • Progettare nuove aree pedonali in diverse zone della città privilegiando quelle in cui è possibile creare occasioni di incontro (fronte parrocchie, zone ricche di negozi, aree verdi). La localizzazione delle nuove aree pedonali non può prescindere dagli sviluppi urbanistici futuri, quali la realizzazione della linea 2 della metropolitana.

Gestione dei rifiuti

A Torino il livello di raccolta differenziata si mantiene a circa il 42%, ben lontano dall’obiettivo di del 65% al 2012 previsto dalle direttive europee e dalla legislazione nazionale. I dati confermano l’evidente conflitto di interesse tra la raccolta differenziata e la presenza dell’inceneritore del Gerbido, il cui piano economico-finanziario condiziona le politiche sui rifiuti del Comune. Tale situazione è aggravata dall’attuale totale affidamento dell’intero servizio di gestione rifiuti a IREN (proprietaria tanto di SMAT che di TRM), in palese contraddizione con le legislazione regionale che impedisce alla stessa azienda di operare contemporaneamente nelle attività di raccolta e smaltimento.

Proposte:

  • Ridurre la quantità di rifiuti prodotti.

  • Dotare Torino di un piano di gestione dei rifiuti che preveda forti investimenti nella raccolta differenziata ed un ruolo residuale dell’incenerimento dei rifiuti: l’inceneritore non può essere la risposta né l’elemento intorno al quale impostare le politiche della città in tema di rifiuti.

  • Estendere rapidamente il sistema di raccolta differenziata porta a porta all’intero territorio cittadino.

  • Introdurre un sistema di tariffazione puntuale per la copertura dei costi del sistema di gestione dei rifiuti, tale da premiare i cittadini più virtuosi.

  • Avviare percorsi educativi e incentivare progetti che prevedano la riduzione degli imballaggi e degli sprechi alimentari.

  • Ripristinare le funzioni originarie del Comitato di Controllo dell’inceneritore del Gerbido, oggi totalmente disattese, come organo di reale e trasparente confronto tra TRM ed i comuni interessati dall’impianto sui temi della gestione, delle emissioni e dei risultati della sorveglianza sanitaria. Dovranno essere previste regolari sedute di aggiornamento dei membri delle amministrazioni ed assemblee pubbliche aperte alla presenza dei cittadini, nonché maggiori poteri di indirizzo rispetto alla gestione dell’impianto.

  • Incremento dell’avvio a compostaggio della frazione organica, che rappresenta una frazione significativa e valorizzabile del totale dei rifiuti prodotti.

  • Adottare politiche per la riduzione dei rifiuti alla fonte e la massimizzazione del recupero di materia, in linea con le priorità previste a livello europeo ed i più recenti orientamenti in materia di circular economy.


 

 

 

Famiglia, assistenza sociale, immigrazione

La piazza intende favorire occasioni di incontro per sostenere le persone e i nuclei familiari più soli e privi di strumenti.

Disagio, inclusione sociale

Proposte:

  • Avviare un programma di medio termine di sviluppo e sostegno mirato agli ambiti del privato sociale che maggiormente possono incidere in modo efficace nella gestione del disagio.

  • Valorizzare il ruolo del privato sociale senza delegare.

  • Investire in progetti capaci di integrare le risorse istituzionali con l’attrazione di risorse relazionali, secondo meccanismi di circolarità tra operatori e istituzioni.

  • Istituire il reddito di cittadinanza.

  • Promuovere la nascita di reti sociali all’interno degli agglomerati abitativi a sostegno della coesione/pace sociale e della solidarietà tra vicini (portierato sociale, reti di mutualità, social housing , studenti a sostegno di anziani…).

  • Sostenere azioni di inclusione sociale e valorizzazione delle differenze culturali favorendo azioni di confronto e conoscenza tra culture differenti nel rispetto dei valori universali della pace e della convivenza rispettosa tra i popoli.

Supporto alle Associazioni di volontariato

Le associazioni fanno fatica a trovare risorse per dare gambe ai propri progetti, dagli spazi dove riunirsi alle persone desiderose di dare del proprio tempo volontariamente. Allo stesso tempo, spesso, si trovano da soli (non affiancati da istituzioni o da servizi pubblici) a dover dare risposte a bisogni importanti delle persone che a volte si trovano, anche temporaneamente, in situazione di disagio. Solitamente nelle attività e nei servizi che vengono erogati, sono richieste competenze professionali che non sempre si riescono a trovare internamente.

Proposte:

  • Realizzare una Festa del Volontariato con la finalità di presentare le realtà che operano nel territorio e allo stesso tempo di trovare modalità di motivazione e reclutamento di volontari.

  • Incentivare percorsi formativi e di aggiornamento tra le associazioni di volontariato.




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