Lista Civica La Piazza

Solito ritardo iniziale e solito via vai consiglieri con chi firma, esce e poi torna e chi firma, esce e non si vede più. Ormai non è una novità ma non riesco ad abituarmici.

 

In oggetto due delibere anche se a sfondo simile. Una serve a pagare gli interventi già svolti da dicembre a giugno 2012 dalle associazioni che anche quest’anno, da ottobre 2012 a maggio 2013 faranno interventi di prevenzione al disagio nelle scuole materne ed elementari di quartiere.

Si paga a posteriori usando la forma del contributo perché quando a gennaio si era deliberata la convenzione era sopravvenuto il blocco degli impegni di spesa da parte del Comune. Gli operatori si “sono fidati” e hanno lavorato lo stesso sperando che più avanti si trovasse il modo di pagarli e così si intende fare. Un po’ di discussioni su questo punto e su quanto sia opportuna questa condotta.

Per evitare che questo si ripeta in futuro Maseri, coadiuvato da una funzionaria del Comune, afferma che d’ora in avanti si userà sempre la modalità del contributo che presenta meno difficoltà della convenzione.

Per parlare del merito della questione: i progetti presentati impegnano la C2 per complessivi 22.000 euro per l’anno scorso (10.000 euro per le materne e 2 progetti da 6000 l’uno per le elementari) e vengono ripresentati per una spesa di 31.000 euro quest’anno (15.000 euro materne e 2 progetti da 8.ooo euro l’uno per le elementari).

Le cifre vengono giustificate non solo spiegando i progetti ma chiarendo moduli e numero di ore. In tutto vengono coinvolti circa 700 bambini.

Obiezioni dal pubblico e dalla Imbesi: perché non c’è un rappresentante di una delle associazioni richiedenti?(La Fune). Ovviamente non c’è risposta, anche se penso che l’estemporaneità della convocazione non è un aiuto.

Intervento di un coordinatore dei servizi sociali: questi progetti hanno una storia di 6-7 anni, sono un fiore all’occhiello della C2, è fondamentale investire per prevenire il disagio, è la migliore forma di risparmio oltre che di attenzione per le nuove generazioni.

D’accordo su tutto, ma tornando a casa facevo una riflessione: non sempre il fatto che progetti innovativi diventino una tradizione è un bene. Non penso sia giusto che, in una commissione che dovrebbe capire se riproporre un’iniziativa, gli interlocutori siano essenzialmente solo i proponenti. Dove sono le relazioni e i questionari delle maestre, dei direttori didattici? Possibile che non si siano rilevati in 6-7 anni di attività punti di fragilità, margini di miglioramento? Non è plausibile che le scuole, in debito di ossigeno e risorse, considerino ogni attività offerta come un’opportunità e un “regalo” e perciò non si sentano chiamati a valutarla rispetto ad aspettative/risultati? 




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