Lista Civica La Piazza

La Piazza crede nell’impegno sociale e politico come servizio alla comunità, finalizzato al raggiungimento del bene della collettività. Rifiuta clientelismi e personalismi, si richiama al  senso di responsabilità, indispensabile per costruire un mondo più giusto e più equo. Ritiene che l’unica soluzione alla crisi della politica sia l’impegno attivo per il bene comune, l’ascolto dei bisogni dei cittadini e la ricerca di risposte efficaci e condivise.

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Da quest’anno il Salone del libro ha creato il salone Off, inteso come salone del libro diffuso anche sul territorio, delocalizzato e autogestito dai cittadini, pur sotto la supervisione di esperti. Ha dato alle circoscrizioni di Torino (sei sono quelle che hanno aderito al progetto) l’opportunità di raccontare il proprio territorio partendo da una parola che lo immortali e creando intorno ad essa momenti culturali e di spettacolo. Il gruppo di lavoro della circoscrizione 2 ha scelto la parola SCARTO, intesa nel suo senso denotativo e connotativo. Sono stati pensati momenti di letture, musica e spettacolo nei giorni dal 10 al 14 maggio in luoghi anche non convenzionali. La serata intorno a cui c’è stata la maggior elaborazione concettuale e la maggiore discussione è stata quella la cui collocazione è pensata davanti all’inceneritore del Gerbido. Questo perché, in chiave allegorica, esso viene letto come cattedrale in cui si officia il rito ultimo di una società che venera il consumo. Una sorta di tempio del nostro tempo. Una presenza sul territorio che si nota da lontano, che segna il paesaggio e sgomenta per il mistero che si celebra al suo interno.

Quel luogo quasi magico in cui tutta la pesantezza del nostro vivere più materiale, più materico e denso, viene trasformato in particelle aeree e impalpabili all’interno della sua lunghissima canna o forse campanile. La serata si dovrebbe aprire con un canto gregoriano, che spiazzi lo spettatore ma che gli suggerisca subito l’idea di quali sono gli elementi concettuali da mettere in relazione. E poi letture dalle Città invisibili di Calvino, dal Sistema periodico di Levi, dai Pilastri della terra di Ken Follet. Forse uno spettacolo di Almateatro e altro ancora. Eppure tutto questo non piace alla V Commissione del nostro Consiglio di Circoscrizione, che pur approvando nelle linee generali e finanziando le restanti sezioni del “progetto scarto”, si pronuncia contro l’evento davanti all’inceneritore. Perché? Per ragioni di opportunità politica. Non sono questi i momenti per infiammare gli animi di cittadini soporosi. Meglio non rischiare. Tanta miopia nella valutazione di un’elaborazione progettuale lascia perplessi. Intanto, nessuno è stato convocato a illustrarne chiaramente i contenuti e poi la si respinge senza averla davvero compresa. Utilizzare lo spazio dell’inceneritore non significa protestare facinorosamente contro di esso, ma anzi significa porsi in modo critico e interlocutorio, cercando una costruzione di senso che in qualche modo lo integri e lo giustifichi come atto ultimo di uno stile di vita che ci appartiene. Quello del consumo. Qui non ci sono valutazioni di merito e di critica. C’è la volontà di instillare dubbi, di tentare connessioni. Lasciando a ognuno la libertà di riflettere e interrogarsi su ciò che vede e sente lì, insieme agli altri spettatori, e poi forse a casa, da solo. Tutto questo non deve fare paura. Deve anzi consolare, perché restituisce il senso ultimo della creazione artistica, che spesso comunica per libera associazione di idee. E’ davvero il caso di ripensarci.

Claudia Leoni




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