Lista Civica La Piazza

Monitoraggio dell'impatto ambientale e sulla salute dei cittadini dell'inceneritore del Gerbido. Fonti istituzionali.

 

Il programma SPoTT

Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino.
Il programma prende corpo con l’obiettivo di creare un sistema di sorveglianza che consenta di valutare gli effetti avversi sulla salute dell’inquinamento ambientale nelle aree circostanti il termovalorizzatore di Torino.

Per saperne di più: http://www.dors.it/el_spott.php

 

ARPA Piemonte

 

Sezione del sito ARPA, dedicata alla presentazione dell'impianto, dove sono presenti informazioni, documenti e dati articolati ed organizzati in una prima parte introduttiva di conoscenza dell'impianto.

 

Per saperne di più:

> http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/torino/termovalorizzatore-del-gerbido

> I dati del termovalizzatore

 


 

 



Alcuni momenti della manifestazione del 26 ottobre 2013 "Basta menzogne sull'inceneritore"

 

Le 9 domande della Piazza a TRM, al Comune di Torino e alla C2 sull’inceneritore del Gerbido

Tante, troppe sono le promesse che hanno accompagnato la costruzione dell’inceneritore e che sono state disattese. La Piazza non intende dimenticare le domande aperte e ricorda alle istituzioni che i cittadini, che non si fanno prendere in giro, sono stanchi del silenzio e pretendono delle risposte.

1. Ritardo su raccolta differenziata e tassa rifiuti
L’inceneritore si inserisce in un progetto di “sistema integrato” di gestione dei rifiuti, che prevede l’incenerimento della sola frazione residua dei rifiuti urbani. Perché il Comune continua a ritardare il passaggio al sistema a tariffa ed al sistema porta a porta su tutta la città, che porterebbe a premiare chi differenzia meglio i rifiuti ed ad aumentare il livello di raccolta differenziata oltre il 65% previsto per legge? E’ possibile che da anni l’unico ostacolo insormontabile sia quello della collocazione dei cassonetti nei cortili del centro?

2. Chi paga la sorveglianza sanitaria
Perché TRM – a cui carico è stata prevista in fase di autorizzazione la realizzazione del piano di sorveglianza sanitaria – si è rifiutata finora di accollarsi i costi (2,2 milioni di Euro in 3 anni)? Quali conclusioni sono state raggiunte su tale punto al di là di generici impegni? E’ vero, come affermato dagli stessi responsabili del progetto, che lo studio è in grado di accertare solo aumenti dell'accumulo di diossine e PCB di grandezza superiore al 20% ?

3. Mancata delocalizzazione della SADI – Servizi Industriali
Perché la SADI – che doveva essere rilocalizzata prima della realizzazione dell’inceneritore – si occuperà anche del trattamento in loco delle ceneri e delle scorie residue delle combustione, andando ad aumentare il carico ambientale sull’area invece che a ridurlo? Quali garanzie scritte ci sono circa il futuro delle operazioni di trattamento e stoccaggio?

4. Poca trasparenza dell’informazione

Come è possibile che, a fronte dei numerosi guasti alle linee registrati nei primi mesi dall’avvio dell’impianto, TRM si limiti a commentare i fatti con dichiarazioni quali “Grazie al tempestivo intervento degli operatori nell’attivare le procedure di fermo impianto - informa il comunicato -, gli sforamenti delle emissioni sono stati minimi”?



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Gerbido inceneritore

Sei guasti, o, come preferisce chiamarli la stampa torinese, sei “leggeri sforamenti”. Sei. In cinque mesi di attività provvisoria. (e giugno non conta perché l’inceneritore era chiuso proprio per manutenzione). Ognuna di queste sei volte ci sono state emissioni fuori controllo, di cui nessuno di noi però sa quanto fuori. Stiamo parlando di emissioni di acidi cloridrico e fluoridrico, polveri sottili, metalli pesanti, diossina…
Questa in sintesi la breve e tormentata storia della gestione provvisoria dell’inceneritore del Gerbido, inceneritore contro cui combattono da anni i cittadini del Comitato Rifiuti Zero, che si oppongono all’incenerimento, visto come spreco di risorse e attentato alla salute pubblica.
A posteriori pare proprio che TRM (ente gestore dell’inceneritore, che il Comune ha deciso di privatizzare, dopo aver giurato che non l’avrebbe mai fatto) stia per realizzare scenari anche più pessimistici di quelli prospettati dai più accaniti oppositori.



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Lo scorso 11 maggio si è svolta la marcia contro l'inceneritore del Gerbido. Centinaia di persone hanno sfilato sotto un sole splendido, da Beinasco a Torino, in segno di protesta contro l'impianto appena inaugurato.

Cori, slogan, striscioni, cartelli e addirittura una rappresentazione mobile del "mostro", come è stato definito, e di due bare, a trasmettere il forte senso di paura che i cittadini provano per la salute propria e dei propri figli.

 

Il corteo ha percorso corso Orbassano deviando poi verso Piazza D'Armi, dove si è tenuto un breve comizio di chiusura, al quale ha partecipato anche la lista civica La Piazza, che con Luca Faccenda ha posto l'accento sul tema controverso del Parco Tematico Ambientale e delle compensazioni in generale.


Potete seguire la marcia e il comizio su questo link. E' disponibile anche un album di foto della giornata.




 

inceneritore-gerbido-11

La Lista Civica la Piazza aderisce alla manifestazione di sabato 11 maggio 2013 indetta dal Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino.

 

L’inceneritore del Gerbido è entrato in funzione venerdi 19 aprile 2013 nel silenzio delle istituzioni e dei mezzi di informazione.

Questo è solo l’ultimo di una serie di fatti che pongono seri dubbi sulla trasparenza nella gestione e controllo dell’impianto, nonché sulla correttezza e sulla pluralità delle informazioni alla cittadinanza circa le ricadute sanitarie ed ambientali.

Il 25 Luglio 2012 il Comune di Torino ha privatizzato TRM S.p.A., dismettendo una quota pari all'80% della propria partecipazione nella società.

La raccolta differenziata è ferma al 49% per mancanza di fondi, contro il 65% richiesto a livello europeo entro il 31 dicembre 2012. Nonostante le ripetute dichiarazioni, è evidente il conflitto tra l’interesse a bruciare rifiuti per l’intera quantità autorizzata (421.000 tonn/anno) e la necessità di procedere verso l’obiettivo di legge del 65%.

Le prescrizioni indicate nelle autorizzazioni non sono state rispettate, anzi: la Servizi Industriali, che doveva essere rilocalizzata, ha vinto il bando per lo smaltimento delle polveri e delle ceneri residue della combustione.



Read more: Meno false promesse e più trasparenza

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