Lista Civica La Piazza

 

Gerbido inceneritore

Sei guasti, o, come preferisce chiamarli la stampa torinese, sei “leggeri sforamenti”. Sei. In cinque mesi di attività provvisoria. (e giugno non conta perché l’inceneritore era chiuso proprio per manutenzione). Ognuna di queste sei volte ci sono state emissioni fuori controllo, di cui nessuno di noi però sa quanto fuori. Stiamo parlando di emissioni di acidi cloridrico e fluoridrico, polveri sottili, metalli pesanti, diossina…
Questa in sintesi la breve e tormentata storia della gestione provvisoria dell’inceneritore del Gerbido, inceneritore contro cui combattono da anni i cittadini del Comitato Rifiuti Zero, che si oppongono all’incenerimento, visto come spreco di risorse e attentato alla salute pubblica.
A posteriori pare proprio che TRM (ente gestore dell’inceneritore, che il Comune ha deciso di privatizzare, dopo aver giurato che non l’avrebbe mai fatto) stia per realizzare scenari anche più pessimistici di quelli prospettati dai più accaniti oppositori.

Dopo le emissioni fuori controllo non sono stati pubblicati dati e non risulta che si siano fatti esami sui filtri per capire quali componenti sono state immesse nell’aria che respiriamo. L’Arpa è tenuta a fare analisi ogni 15 giorni dando la media delle emissioni mensili (nella quale i picchi fuori legge “magicamente” scompaiono).
I certificati di collaudo finale non sono resi pubblici perché la provincia ritiene che sussistano profili di riservatezza legati alla proprietà intellettuale degli elaborati.
In tutto questo pare che alla cittadinanza siano possibili solo due opzioni, applicabili contemporaneamente: respirare le emissioni e pagare per eventuali costi non previsti da TRM, ad esempio per risarcimento danni sanciti dall'autorità giudiziaria pari o inferiori a 5 milioni di euro (dal contratto di servizio). E nel caso gli sforzi dell’A-Tor, neonata società metropolitana che deve promuovere la raccolta dei rifiuti nella provincia torinese (e garantire che si raggiunga la quota di 421.000 tonnellate annue di incenerimento), non siano sufficienti e i ricavi di TRM non siano remunerativi, le perdite ce le accolleremo noi, gli utenti.
Epperò. Abbiamo dalla nostra il Comitato Locale di Controllo, che, lo dice il nome, è lì apposta per controllare. Quanto questo comitato sia efficiente ed efficace, quanto sia temibile, La Piazza lo ha verificato di persona. Né il Presidente della C2, né i suoi delegati, pur essendone membri di diritto, hanno ritenuto le riunioni del Comitato particolarmente interessanti. Addirittura la Sesta Commissione (ambiente, cons. Rappazzo) non si riunisce da mesi e La Piazza ha promosso una mozione per individuare un nuovo coordinatore. Sforzo inutile, poiché la maggioranza ha compattamente deciso di riconfermarlo.
Quindi da una parte un inceneritore sostanzialmente privato che ha già emesso fumi pericolosi, dall’altra rappresentanti politici che vengono meno al loro dovere di controllo e informazione.
Ai cittadini non resta che farsi sentire in prima persona, partecipando alla manifestazione del 26 ottobre, alla quale la Piazza ha già aderito, per chiedere un’informazione reale, precisa e puntuale su cosa succede “su per il camino”, appuntamento davanti a Porta Susa alle ore 14.




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