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Gli operatori descrivono la situazione. Il campo di Corso Tazzoli esisteva prima di questa ultima collocazione in c.so Tazzoli, si trovava in str. Del Portone. E’ abusivo, come quelli in largo Stura Lazio e Via Germagnano.

Sono circa 200 Rom di origine rumena, di cui una sessantina bambini.

Sono arrivati a Torino verso il 2002, dopo le alluvioni che hanno colpito la Romania e hanno di fatto cancellato molti villaggi rumeni vicino ai fiumi. Le terre più aride dove risiedevano i Rom, sono rimaste all'asciutto, ma i contadini che vivevano vicino ai fiumi, li hanno cacciati con bastoni e forconi alla mano.

Scelgono la città perché è più facile vivere attraverso un'“economia di sussistenza”: elemosina, raccolta roba da cassonetti, piccoli lavoretti, assistenza. Il livello medio di cultura è molto basso, inoltre gli adulti dopo anni di vita in campo difficilmente si possono rieducare ad altri modelli di vita più simili ai nostri.

Dopo la prima presentazione tra i presenti l'intervento più concitato è finalizzato a sollecitare un qualsiasi intervento per far cessare i fumi che quotidianamente si alzano dal campo,. In realtà i fumi dipendono in gran parte dalle stufe vecchie e artigianali dove viene bruciato il legno di recupero in molti casi è verniciato e magari misto a plastica.

Parte dei fumi derivano dai fuochi utilizzati per bruciare i rifiuti. Per questo l’Amiat NON raccoglie l’immondizia, perché non esiste nelle mappe di raccolta e in più non c'è un numero civico al quale associare la richiesta di rimozione dei rifiuti straordinari. L’immondizia è raccolta da Terra del Fuoco, che ha avviato all'interno del campo un progetto sulla raccolta differenziata.

Un cittadino propone di offrire loro l’idea di occupare la casa vuota che doveva essere destinata ai militari in via Gaidano. E’ una provocazione, ma il senso che si vuole dare è che 200 persone potrebbero essere facilmente sostenibili da una comunità come quella di Torino, se decidesse di occuparsene. L’operatore di TdF avverte che non è ovvio che questa proposta verrebbe accettata con entusiasmo: al campo hanno una struttura di famiglia allargata che gli appartamenti spezzerebbero.

Al campo ci sono 55 baracche e un’organizzazione piuttosto orizzontale, ognuno pensa a se stesso, ma nessuno denuncia nessuno e non obbliga nessuno.

Si sottolinea la condizione tragica dei bambini, soprattutto nei mesi freddi. In ogni caso un rapporto decente di integrazione che inizia con la scuola elementare si spezza alle medie (un ragazzo grande che non può lavarsi, né condividere spazi con gli altri e che ha bisogno di collaborare all’economia familiare perde presto interesse alla scuola).

La stessa Associazione in altri Comuni ha avviato delle sperimentazioni con successo. E' il caso del DADO di Settimo, la prima esperienza di autorecupero/autocostruzione rivolta alla comunità Rom in Piemonte. Il percorso ha previsto l'inserimento di 6 famiglie in un contesto abitativo diverso dai campi. Accettazione delle regole della convivenza quotidiana, l’iscrizione a scuola per i minori, l’inserimento lavorativo tramite corsi di formazione per gli adulti.

E' un’ottima esperienza, ma è su pochi nuclei familiari, che convivono con operatori. Le nuove generazioni di quei nuclei sono riuscite ad integrarsi, sugli adulti si può realisticamente solo allontanarli dalle modalità di vita dei campi.

TdF quando c’era stata lo stanziamento di emergenza voluto da Maroni aveva preparato un piano per l’uso di fondi, con il coinvolgimento di tutti i livelli dell’amministrazione, un piano che si basava sull’allargamento dell’esperienza DADO, ma la politica ha avuto timore e ha lasciato passare il tempo (un anno e mezzo) e poi, per un ricorso, i fondi sono stati ritirati. Le altre grandi città per lo più sono riusciti ad usarlo, ma solo per organizzare sgomberi che hanno spinto i nomadi in zone più periferiche e in zone più disagiate. Torino era l’unica città ad avere pronta una alternativa, che sarebbe costata la metà di quello che si sarebbe speso per rimpatriare (temporaneamente) i rom qualche anno fa.

La situazione da marzo peggiorerà: anche TdF se ne andrà per mancanza di fondi e il campo rimarrà abbandonato a se stesso.




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