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L’Ordine del Giorno è laconico: CAMPO NOMADI. Forse questo ha dato buon gioco a chi ha affisso un po’ ovunque sul territorio avvisi, in alcuni casi su carta intestata della Circoscrizione, con l’invito a partecipare alla discussione sullo sgombero del campo. Comprensibile l’afflusso straordinario di cittadini, per lo più direttamente coinvolti nel problema, perché abitanti a Centro Europa, che arrivano con il fardello della loro esasperazione e la speranza che qualcuno si sia deciso a dire loro qualcosa di concreto.

Non occorre essere acuti sociologi per capire che la situazione è delicata e la conduzione deve essere preparata ed accorta, perché è facile che sfugga di mano. Il Coordinatore introduce alcuni dati: la presenza nel campo è di circa 200 persone, di cui 60 bambini, non è un campo abbandonato a se stesso, ci sono le associazioni (Terra del Fuoco in particolare, che è presente in sala), l’assistenza sociale e le scuole, che tentano di instaurare meccanismi di relazione condivisa, ma con molte difficoltà (ad es. il tasso di assenteismo scolastico è molto alto) e a questo si aggiunge una forte percezione di insicurezza che ha cambiato pesantemente la vita delle persone che abitano nelle case limitrofe al campo. L’insofferenza tra le fila di PDL, Lega e altri partiti d’opposizione è palpabile e subito partono gli interventi: i temi sono pochi ma più volte ripetuti, spesso urlati; chiunque non riesca ad immaginarli può rinfrescare la memoria sfogliando un manuale di storia contemporanea. Per capire la dimensione del problema bisogna aspettare gli interventi dei cittadini; i disagi sono molti e gravi: chi denuncia il degrado urbano (sporcizia, rifiuti), chi ha subito un danno materiale e psicologico dovuto ad un furto, chi ha difficoltà a vendere un alloggio che si è deprezzato e, infine, alcuni lavoratori del CSI che lamentano difficoltà respiratorie per i fumi, che quotidianamente si levano dal campo. I racconti si accavallano, il risentimento trova rispondenza e si moltiplica, qualcuno ha sentito dire che tempo fa il prefetto aveva firmato l’ordinanza di sgombero: perché la Circoscrizione non la sollecita? L’intervento dell’ex presidente di Circoscrizione vuole fare chiarezza su alcuni punti: l’ordinanza di sgombero non è mai stata firmata; per l’emergenza nomadi il governo centrale ha stanziato 5 milioni di euro che non sono mai arrivati; uno sgombero costa 200.000 euro e spesso ha un’efficacia molto limitata nel tempo. Il campo nomadi è effettivamente non regolare (niente gas, luce, acqua), il 100% dei presenti è di origine rumena e, come tali, non estradabile. E’ un problema che per complessità e costi di gestione supera i confini della Circoscrizione, ma in Comune, Provincia, Regione nessuno ne vuole parlare, nessuno vuole affrontare un problema che rappresenta un concreto rischio di perdita di consensi elettorali. La plateale affermazione di impotenza della politica è come gettare benzina sul fuoco: è in questo clima che tentano di fare il loro pacato intervento gli operatori di Terra del Fuoco, che confermano il numero di adulti e bambini, che è rimasto invariato da quando si è costituito il campo. Tentano di raccontare come cerchino di instaurare un rispetto delle regole, un “patto di cittadinanza” con le famiglie del campo. Questo implica che gli operatori lavorino in concerto con le forze dell’ordine, e contribuiscano a limitare il numero di chi commette reati (che, secondo dati dei Carabinieri, è circa il 5% dei residenti al campo). Ma non ci sono le condizioni per ascoltare: le aspettative erano completamente diverse, la frustrazione non permette di considerare accettabili i piccoli passi, si vorrebbe uscire con la rassicurazione che presto tutto tornerà come prima, quando i nomadi erano un servizio al telegiornale e non li si incontrava tutti i giorni al supermercato. Purtroppo per tanti, troppi mesi questi cittadini si sono sentiti completamente soli: gli unici rappresentanti che probabilmente hanno incontrato hanno irresponsabilmente, e per puro calcolo politico, alimentato le illusioni che si potesse far scomparire il problema. Tutti gli altri un po’ si sono accodati (è avvenuto anche in questa commissione), un po’ si sono defilati. Il motivo è molto chiaro: è un problema spinoso, che non ha soluzioni che piacciono, che danno fama, allori, voti alle elezioni.Perché le uniche vie praticabili sono imperfette e richiedono costanza, pazienza, saldezza di principi. Certo, chi di noi non desidera che arrivi il Pifferaio Magico a liberare la città dai suoi problemi? Ma quella è una fiaba e, comunque, non finisce poi troppo bene.

Cinzia Gallotti




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