Le riflessioni delLa Piazza

Approvato l'ampliamento dell'inceneritore del Gerbido 

4 giugno 2025

La Piazza da sempre si occupa dell'inceneritore del Gerbido, cercando di fare informazione e coinvolgere i cittadini rispetto alle scelte in tema di gestione dei rifiuti fatta dalla Città (consulta la nostra sezione ambiente). Ora, dopo anni dalla realizzazione dell'inceneritore e la totale assenza di dibattito sul piano politico, a quanto pare, la decisione è stata presa.             
Mancano solo gli ultimi passaggi formali, poi l’ampliamento dell'inceneritore di Torino potrà iniziare, e nel 2032 la “quarta linea” sarà pronta. I pochi articoli di giornale che ne parlano la presentano come una scelta inevitabile, conseguenza delle previsioni di produzione dei rifiuti in Piemonte. Ma è davvero così?

[1b] [1a]
Come mai si parla di un ampliamento dell'inceneritore?

Nel 2014 venne inaugurato l’impianto TRM - “trattamento rifiuti metropolitani” - a Gerbido, a pochi passi da Mirafiori Nord. L’impianto nasceva per lo smaltimento dei rifiuti urbani della Provincia di Torino, dopo la chiusura della discarica di Basse di Stura e di altre discariche in Provincia. Dotato di tre linee di combustione, l’impianto era in grado di trattare circa 420.000 tonnellate l’anno di rifiuti. Da allora sono cambiate alcune cose. La più rilevante è stata la gestione a livello regionale dello smaltimento dei rifiuti: dal 2018 il cosiddetto “Ambito Territoriale Ottimale” per la gestione dei rifiuti coincide con il territorio della Regione Piemonte. Gli impianti di trattamento devono assicurare la capacità di trattare tutti i rifiuti della Regione, senza ricorrere ad inviarli fuori del Piemonte. La costruzione e la gestione degli impianti per il trattamento dei rifiuti è affidata alla Autorità di Ambito, costituita nel 2023 [2]. Negli anni, la capacità di trattamento di rifiuti dell’impianto TRM è salita fino a circa 600.000 tonnellate annue. Davvero non sono sufficienti?     

Il piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani

Nel 2023 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e la Bonifica delle Aree Inquinate: il PRUBAI. Un piano ambizioso, che prevede che entro il 2035 in Piemonte vi sia una riduzione della produzione di rifiuti e un aumento della percentuale di raccolta differenziata, fino a raggiungere il traguardo di 82% di raccolta differenziata (oggi siamo a meno di 70%). La Regione Piemonte quindi dovrebbe nel 2035 smaltire circa 570.000 tonnellate/anno di rifiuti: meno di quanti ne vengano trattati attualmente nell’impianto TRM. Come mai si decide allora di ampliare l’impianto, e fino a raggiungere circa 850.000 tonnellate/anno? Semplice: l’analisi dei dati sulla produzione di rifiuti effettuata dall’Autorità di Ambito evidenzia che con le politiche attuali gli obiettivi fissati dal Consiglio Regionale non sarebbero raggiunti. Le previsioni della Autorità di Ambito dicono che occorre iniziare adesso la costruzione della “quarta linea”, per evitare situazioni di emergenza nello smaltimento dei rifiuti. Esisteva una alternativa, certo: occorreva destinare risorse economiche per l’aumento della raccolta differenziata e la riduzione della produzione di rifiuti. Lavorando per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PRUBAI la produzione di rifiuti sarebbe calata e la raccolta differenziata sarebbe aumentata, riducendo la necessità di impianti di trattamento. Una strada certo meno semplice da percorrere, ma che non avrebbe avuto le ricadute ambientali che avrà la quarta linea dell'inceneritore. Va detto che l’Autorità di Ambito non controlla le iniziative per la riduzione della produzione di rifiuti e per l’aumento della raccolta differenziata, che sono di competenza dei Comuni (normalmente consorziati fra loro). Di certo, però, la scelta di aumentare la capacità dell'inceneritore non era l’unica scelta a disposizione: la Lista Civica La Piazza è dell’opinione che non si sia lavorato a sufficienza in questa direzione, privilegiando invece la costruzione di un nuovo impianto.  

Le conseguenze ambientali dell'ampliamento dell'inceneritore

La combustione dei rifiuti porta con sé, inevitabilmente, la produzione di sostanze inquinanti. Anche altre forme di smaltimento di rifiuti inquinano: ad esempio, la pressione ambientale generata da una discarica è molto elevata. Per questo, la riduzione dei rifiuti e l’aumento del riciclaggio e del recupero sono le modalità prioritarie da utilizzare per non inquinare, o inquinare il meno possibile. Le principali sostanze inquinanti prodotte sono l’anidride carbonica, responsabile dell’ “effetto serra”; gli ossidi di azoto, che ad alte concentrazioni possono causare irritazione delle vie respiratorie e che sono fra i responsabili del cosiddetto “smog fotochimico”, collegato ai valori di ozono e di PM10; altri inquinanti a concentrazioni minori ma non meno pericolosi, come gli ossidi di zolfo, l’acido cloridrico, l’acido fluoridrico. Vi sono poi numerose sostanze a concentrazioni molto basse, i “microinquinanti”: fra loro le più pericolose sono le diossine e i furani, composti tossici e cancerogeni che si sviluppano non solo negli impianti di smaltimento dei rifiuti, ma in numerosi processi di combustione. Va detto che negli anni passati l’impianto TRM ha dimostrato ampiamente il rispetto dei limiti di inquinanti fissato dalle normative: gli eventi di superamento dei limiti sono stati molto rari e sono stati risolti rapidamente dai gestori degli impianti. I dati di inquinanti misurati da TRM sono pubblici e disponibili sul sito internet [3].

Consulta i documenti informativi

3. TRM - Dati emissioni

Non abbiamo motivo di dubitare dei dati pubblicati dalla TRM e dall’ARPA Piemonte. Osserviamo però che nel funzionamento normale i quantitativi di inquinanti emessi sono molto rilevanti.
Come è stata illustrato da Oscar Brunasso, vicepresidente della Consulta Ambiente della città di Torino, durante il “tavolo della Piazza” del 18 marzo 2025, si stima che ad oggi vengano emesse circa 600.000 tonnellate di anidride carbonica ogni anno, ovvero l’equivalente di quella emessa da circa 400.000 automobili. Con l’ampliamento dell’inceneritore si aggiungerebbero altre 280.000 tonnellate, ovvero l’equivalente di quasi altre 200.000 automobili. Vero è che viene prodotta elettricità e energia termica, ma si tratta comunque di numeri notevoli, che aprono un grande capitolo: quello delle compensazioni ambientali.

Quali compensazioni sono previste?

Non sono ancora state definite le compensazioni ambientali, ovvero gli interventi che dovrebbero in qualche modo ripianare la pressione generata sulla nostra Circoscrizione e sulla città dall’ampliamento dell'inceneritore. La Lista Civica La Piazza riafferma che la strada da percorrere era quella della riduzione dei rifiuti. Ora che la decisione è stata presa, chiediamo che siano previsti interventi tempestivi di compensazione ambientale:



In tutto questo contesto, resta però un’ultima considerazione da porre.

Chi decide sui rifuti?

La domanda è semplice: chi ha deciso di ampliare l’inceneritore? Il Consiglio Regionale, organo eletto dai cittadini, ha approvato un piano di gestione dei rifiuti che prevedeva la riduzione e l’aumento della raccolta differenziata. L’Autorità di Ambito, governata da un Consiglio formato da 5 persone, ha deciso invece che il Piano era irrealizzabile e ha deliberato l’ampliamento dell'inceneritore. Possiamo dirlo ad alta voce: è un modo di decidere che non ci piace. Decisioni di questo tipo devono essere prese in modo chiaro, trasparente e coinvolgendo i cittadini: perché un altro modo di fare politica è possibile.  

 Vai alla sezione ambiente